Dopo gli annunci di un intervento urgente per il decreto salva-precari, il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha convocato le organizzazioni sindacali per martedì prossimo. Il decreto, va ricordato, era frutto di un accordo tra il governo precedente e i sindacati. L'incontro è finalizzato alla reciproca conoscenza e a una riflessione sui temi riguardanti la scuola, “con particolare attenzione all'avvio dell'anno scolastico e alle misure di contrasto al precariato”. “La Cisl Scuola - commenta la segretaria generale Maddalena Gissi - accoglie con soddisfazione l'invito, apprezzandone i contenuti proposti e la tempestività".
Tra governo e sindacati riparte dunque il confronto sulla scuola e, ovviamente, il primo punto in agenda non può che essere l’emergenza precariato. I sindacati ne hanno ricordato in questi giorni in numeri: quest’anno si andrà probabilmente oltre le 170.000 supplenze, circa il 20% del corpo insegnante. E sulla questione non mancano le polemiche. Secondo il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, a minare la continuità didattica è la libertà dei supplenti di rinunciare a una supplenza per accettarne un’altra più conveniente. Affermazione smentita da Maddalena Gissi, che sottolinea che “quella libertà non c’è, salvo in un unico caso, quello di chi lascia una supplenza breve per accettarne una di durata annuale”. In tutti gli altri casi di abbandono, scattano sanzioni che impediscono di ottenere altre nomine. La gestione delle supplenze, ricorda la sindacalista, soggiace a norme precise di uno specifico Regolamento e nella circolare ministeriale in materia di quest’anno, emanata pochi giorni fa, su richiesta dei sindacati “si prevede espressamente che le sanzioni per rinuncia o abbandono di supplenza siano estese anche a chi viene assunto dalle cosiddette MAD (domande di messa a disposizione)”. “Non è dunque certo la déregulation delle nomine - aggiunge Gissi -, quella che sembra auspicare il presidente Anp, la soluzione a problemi che in realtà hanno ben altra origine, legati a una precarietà troppo estesa del lavoro a scuola, che va assolutamente contrastata e corretta in direzione della stabilità, premessa indispensabile per la continuità didattica. Questo l’obiettivo per il quale la Cisl Scuola e gli altri sindacati hanno lavorato con grande impegno nei mesi scorsi”.