Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell'Olocausto.
È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l'Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine della Shoah.
Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa, impegnate nell'operazione Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria
Avvicinarsi alla comprensione dei motivi per cui la storia dell’umanità - e, nello specifico, d’Europa - abbia compiuto, nel secolo scorso, una così grave e spaventosa involuzione è un cammino difficile, ma necessario.
Così come è fondamentale mettere in luce come la persecuzione razziale poggiasse su un complesso sistema di leggi e di provvedimenti, concepiti da giuristi compiacenti, in spregio alla concezione del diritto, che nasce – come ben sappiamo – dalla necessità di proteggere la persona dall’arbitrio del potere e dalla prevaricazione della forza.
La Shoah, infatti, ossia la messa in pratica di una volontà di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, è stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilità.
La scelta nazista, con le famigerate leggi di Norimberga, e quella fascista - che la seguì omologandovisi - di creare una gerarchia umana fondata sul mito della razza e del sangue fornì i presupposti per la persecuzione e per il successivo sterminio.