«Non si può progettare il futuro del Paese nel chiuso dei palazzi ministeriali o con le dispute della maggioranza. Occorrono scelte condivise, una politica di concertazione, come avvenne con successo negli anni 90. Ecco perché non basta solo annunciare una fase di “consultazione” formale con la società civile e con il sindacato, come ha anticipato il Premier. Bisogna che il Governo apra ad una “governance” partecipata dalle parti sociali per dare rapidità, continuità e consenso ad un processo decisionale che non deve escludere nessuno».