Il venticinque aprile è gente nelle piazze,
è festa di bambini donne uomini e ragazze;
il venticinque aprile sono bandiere al vento,
è fumo che svapora lento dal cannone spento.
Il venticinque aprile è titolo e canzone,
sospiro di sollievo, soffio di liberazione;
il venticinque aprile è squarcio dentro al muro,
è pietra di un passato che profuma di futuro.
Il venticinque aprile è suono di campane,
pensieri lievi in volo tra le nuvole lontane;
il venticinque aprile, bizzarro sogno matto,
è pace nelle case, desiderio di riscatto.
Il venticinque aprile è fede nel domani,
è l’operoso ingegno della mente e delle mani;
il venticinque aprile è buona volontà,
è fare resistenza e poi gridare “libertà”.
Carlo Marconi Docente scuola Primaria a Pavia)