Dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella parole forti e chiare sul senso che le celebrazioni del 25 aprile assumono in un contesto segnato dal riproporsi di una guerra vicino al cuore dell'Europa che nega la libertà a un popolo ed espone il mondo al rischio di un nuovo catastrofico conflitto globale.
Se rivolgendosi alle associazioni combattentistiche, venerdì scorso, aveva affermato che l'appello alla pace non può significare arrendersi di fronte alla prepotenza, nel discorso pronunciato ad Acerra per la celebrazione ufficiale del 25 aprile ha voluto citare espressamente le parole con cui si apre il celebre canto "Bella ciao" come le più adatte a rappresentare, oggi, la condizione vissuta dal popolo ucraino a partire dal 24 febbraio.
Un modo molto esplicito per ricordare a tutti che il doveroso anelito alla pace, e il forte impegno da mettere in campo per farsene promotori, non può tradursi rispetto al dramma dell'Ucraina in atteggiamenti di equidistanza che portano a non distinguere tra aggressori e aggrediti.
Ancora una volta, come già nei momenti difficili dell'emergenza pandemica, il nostro Presidente Sergio Mattarella si pone come punto fondamentale di riferimento e di orientamento per tutto il Paese attualizzando, col suo richiamo alto e solenne, i valori che animano la ricorrenza di un evento fondativo della nostra Repubblica.
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