Il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), inviato il maggio scorso dal Governo alla Commissione Europea, che ne ha annunciato l’approvazione il 22 giugno, non è solo il documento in base al quale il nostro Paese può accedere alle ingenti risorse del programma Next generation Eu: il testo costituisce un riferimento obbligato per la definizione delle scelte di investimento e riforma che in ogni ambito il Paese è chiamato ad assumere, ivi compreso il settore dell’istruzione, la cui valenza strategica è sempre più esplicitamente riconosciuta.
Riferimenti sistematici al Pnrr sono dunque presenti nelle Linee programmatiche presentate il 4 maggio scorso dal Ministro dell’Istruzione alle Commissioni Istruzione di Camera e Senato in seduta congiunta, nelle quali è ricorrente l’uso del verbo “ripensare”: ripensare la programmazione scolastica nel suo insieme, ripensare l’attuale modello scuola, ripensare all’organizzazione del sistema scolastico, ripensare il Ministero.
Altre espressioni-manifesto sono «avviare una nuova fase costituente», «invertire la rotta, rimuovendo la stagnazione che blocca lo sviluppo economico e sociale e che accentua le profonde disuguaglianze tra persone e territori», «cambio di marcia», «cambio di passo».
Nel dossier curato per la CISL Scuola da Dino Cristanini viene proposto un esame dettagliato dei contenuti del Pnrr in connessione con le altre linee di politica scolastica e di azione ministeriale, per capire – come scrive l’autore nella parte introduttiva – “se ci si sta realmente avviando alla reinvenzione della forma scuola”.
2021-09-03 14:45:00
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